22 2 2003 : journal Repubblica (Italia) >
Attualità : Polemiche
> di Maria Grazia Meda
> Foto di J. Robine / AP / De Bellis
+ Foto di E. Erwitt / Magnum
http://www.dweb.repubblica.it/archivio_d/2003/02/22/attualita/attualita/109gay232109.html |
.
Gay
che non amano le donne
.
L'archivio
della cultura omosex di Parigi è in mano agli amici
del sindaco Delanoë, omosessuale e di sinistra. Tagliate
fuori, femministe, lesbiche, transessuali, bisessuali e transgender
lo accusano di discriminazione. E di lobbismo.
.
Monique Wittig,
scrittrice, intellettuale e figura storica del movimento femminista
francese è morta il 3 gennaio scorso a Tucson, in
Arizona. Fu lei, nel '70, a deporre una corona di fiori ai
piedi del monumento del milite ignoto: i fiori erano per la moglie
del soldato. Fu un gesto importante che segnò l'inizio del
Mlf, le Mouvement de libération des femmes.
.
Wittig
si era esiliata volontariamente in America dove continuava a scrivere,
e se fosse ancora in vita chissà cosa penserebbe del pasticciaccio
del futuro Centro di Archivio e Documentazione Omosessuale
della città di Parigi.
.
Una
storia da niente che sta diventando un casus belli nella comunità
intellettuale parigina e che rischia di intaccare l'immagine finora
perfetta del sindaco Bertrand Delanoë e dei suoi collaboratori.
La storia "da niente" è questa: il comune di Parigi
ha stanziato 100 mila euro per la costituzione di un archivio omosessuale,
il Cadhp, Centre d'Archives et Documentation
Homosexuelles de Paris.
La
notizia ha immediatamente scatenato la collera di vari gruppi -
les-biche, transessuali, bisessuali, transgender, femministe - i
quali si sono sentiti esclusi dal progetto e hanno messo in causa
"il comportamento discriminante" dei collaboratori
del sindaco.
Alcuni osservatori hanno immediatamente pensato che questo non è
altro che un crépage de chignons, una frivola querelle tra
gay e lesbiche; ma è una valutazione superficiale.
Questo
incidente è sintomatico di una situazione che molti, sottovoce,
definiscono di nuova egemonia gay sulla vita politica e culturale
di Parigi. Impossibile affermare o negare con chiarezza questo tipo
di insinuazioni. Ma
vale la pena di fare un passo indietro, alla vittoria di Bertrand
Delanoë alle municipali di Parigi. Un momento doppiamente
storico: il nuovo sindaco di Parigi è di sinistra ed è
gay.
Però,
pur non facendone un mistero, Delanoë non ha fatto campagna
sulla propria sessualità, anzi tutto il suo programma è
stato fondato su un discorso femminista e "domestico":
priorità alle donne nel lavoro, alla costruzione di asili,
di scuole, di case popolari.
.
Appena
eletto, nomina per uno dei posti chiave - la cultura - Christophe
Girard, deputato verde, passato etero, presente gay e soprattutto
consulente artistico del gruppo Lvmh.
Questo suo rapporto lavorativo - tuttora in corso - con la Louis
Vuitton fa di Girard un uomo potente, odiato e temuto nei
circoli parigini.
La
sua nomina desta scalpore: Pierre Bergé, figura storica
della haute couture e della cultura parigina, socio di Yves Saint
Laurent, dichiara pubblicamente che "Girard alla cultura
è come Ryka Zaraï al ministero della Sanità"
(come
dire: nominiamo Vanna Marchi ministro dell'Industria e del Commercio).
Con una classe ineguagliata Girard risponde a Bergé:
"Non mi è mai piaciuta la misoginia degli omosessuali".
Ma Pierre Bergé è uno dei pochi a potersi permettere
di lanciare frecciate a Girard. La maggioranza lo fa nei
salotti, in privato, dilettandosi a enumerare le decisioni fantasiose
dell'addetto alla cultura.
Ultimamente
ci ha provato anche l'economista Alain Minc, in un libro
appena uscito per Grasset intitolato Epitre
à nos nouveaux maîtres.
Un pamphlet contro le "nuove minoranze" che dettano legge.
Nel capitolo consacrato ai gay, Minc mette in causa la comunità
gay francese - e più particolarmente quella parigina - e
il suo comportamento "settario, da confraternita che secondo
alcuni osservatori rappresenta la nuova lobby più potente
di Francia". E si chiede: "Cosa penserebbero Hocquenghem
e Foucault di Christophe Girard quando rivendica sezioni
gay nelle biblioteche ?".
Girard
risponde nelle colonne del settimanale Le Point dicendo
che pur esistendo uno stile di vita e una cultura gay, manca una
"comunità" gay. E
conclude che l'unica comunità che riflette i comportamenti
settari descritti da Minc è quella dei tecnocrati
dell'Ena, la famosa università vivaio dei politici francesi,
di cui anche Minc è stato allievo. Va anche detto
che la persona scelta da Girard per dirigere il progetto
dell'archivio omosessuale è Christopher Miles, guarda
caso un altro diplomato dell'Ena.
.
Ma
ovviamente non è questa la pietra dello scandalo. In un documento
usato come base di lavoro per l'archivio c'è la lista delle
personalità che fanno parte dell'Archivio: 54
uomini e solo 5 donne, alla faccia della parità, mentre nel
consiglio di amministrazione siedono 9 uomini e 3 donne. Nella nota
di sintesi si parla di un archivio che avrà un'impronta nettamente
gay "per ragioni storiche". Non ci sono riferimenti alla
cultura transessuale e bisessuale, né sono previsti documenti
che trattino della pornografia.
L'unico
documento che presenta una bibliografia si intitola La storia gay
di Parigi e comprende opere - ovviamente - tutte al maschile.
Ancora
più grave, nessuna delle associazioni importanti che rappresentano
le lesbiche, i transessuali, i bisessuali e soprattutto l'associazione
storica Act Up sono stati consultati per l'elaborazione
del progetto.
Così,
quando la giunta di Parigi ha stanziato i soldi, è scoppiato
il putiferio. Petizioni, lettere, articoli per mobilitare l'opinione
pubblica e bloccare il progetto prima che sia tardi. Ma
per il momento nessuna risposta. I consiglieri giocano a scaricabarile
e si rimpallano il dossier come in un flipper. L'addetto municipale
alle questioni omosessuali, Philippe Lasnier, cerca di calmare
gli animi e promette appuntamenti regolarmente posticipati.
.
La
sociologa Marie-Hélène Bourcier, promotrice
delle varie petizioni, è appena tornata dagli Usa con le
firme del Lesbian Archive di New York e il sostegno
di gruppi femministi americani. Ed
è ancora più agguerrita da quando ha letto sulle colonne
del quotidiano Libération le dichiarazioni
del sessuologo René-Paul Leraton, altro membro del
comitato del Cadhp: "Le lesbiche storiche hanno
l'abitudine di prendersela con gli unici uomini che hanno sottomano:
le checche".
Bourcier
insiste sull'importanza di questa lotta nei suoi vari aspetti:
"Da un punto di vista puramente accademico è giusto
chiedersi se è compito di un municipio sostituirsi alle strutture
universitarie nella costituzione di un archivio. Inoltre, dopo due
anni di discussioni, la missione precisa del Cadhp
non è ancora stata definita, e le sue lacune sono evidenti.
Purtroppo però il vero problema è di tutt'altra natura:
il Cadhp è l'esempio dell'egemonia gay nei
confronti delle minoranze sessuali".
.
Una
triste constatazione condivisa dalla storica Marie-Jo Bonnet,
militante femminista e lesbica che parla di un ritorno a una situazione
di "dominazione maschile nel suo aspetto politico, economico
e simbolico".
Le
militanti hanno indirizzato varie lettere al sindaco Delanoë,
rimaste tutte senza risposta. A
questo punto nessuno sa come andrà a finire, ma una morale
c'è: non bisogna dimenticare che un gay è un uomo,
e che un gruppo di gay al potere è un gruppo di uomini al
potere, a prescindere dai loro gusti sessuali.
.
|
22 2 2003 : journal Repubblica (Italia) > Attualità
: Polemiche
> di Maria Grazia Meda
> Foto di J. Robine / AP / De Bellis + Foto
di E. Erwitt / Magnum
http://www.dweb.repubblica.it/archivio_d/2003/02/22/attualita/attualita/109gay232109.html |
.
Gay
che non amano le donne
.
L'archivio
della cultura omosex di Parigi è in mano agli amici del
sindaco Delanoë, omosessuale e di sinistra. Tagliate fuori,
femministe, lesbiche, transessuali, bisessuali e transgender lo accusano
di discriminazione. E di lobbismo.
.
Monique Wittig,
scrittrice, intellettuale e figura storica del movimento femminista francese
è morta il 3 gennaio scorso a Tucson, in Arizona.
Fu lei, nel '70, a deporre una corona di fiori ai piedi del monumento
del milite ignoto: i fiori erano per la moglie del soldato. Fu un gesto
importante che segnò l'inizio del Mlf, le Mouvement de libération
des femmes.
.
Wittig
si era esiliata volontariamente in America dove continuava a scrivere,
e se fosse ancora in vita chissà cosa penserebbe del pasticciaccio
del futuro Centro di Archivio e Documentazione Omosessuale della
città di Parigi.
.
Una
storia da niente che sta diventando un casus belli nella comunità
intellettuale parigina e che rischia di intaccare l'immagine finora perfetta
del sindaco Bertrand Delanoë e dei suoi collaboratori.
La storia "da niente" è questa: il comune di Parigi
ha stanziato 100 mila euro per la costituzione di un archivio omosessuale,
il Cadhp, Centre d'Archives et Documentation Homosexuelles
de Paris.
La
notizia ha immediatamente scatenato la collera di vari gruppi - les-biche,
transessuali, bisessuali, transgender, femministe - i quali si sono sentiti
esclusi dal progetto e hanno messo in causa "il comportamento
discriminante" dei collaboratori del sindaco.
Alcuni osservatori hanno immediatamente pensato che questo non è
altro che un crépage de chignons, una frivola querelle tra gay
e lesbiche; ma è una valutazione superficiale.
Questo
incidente è sintomatico di una situazione che molti, sottovoce,
definiscono di nuova egemonia gay sulla vita politica e culturale di Parigi.
Impossibile affermare o negare con chiarezza questo tipo di insinuazioni.
Ma vale la pena
di fare un passo indietro, alla vittoria di Bertrand Delanoë
alle municipali di Parigi. Un momento doppiamente storico: il nuovo sindaco
di Parigi è di sinistra ed è gay.
Però,
pur non facendone un mistero, Delanoë non ha fatto campagna
sulla propria sessualità, anzi tutto il suo programma è
stato fondato su un discorso femminista e "domestico": priorità
alle donne nel lavoro, alla costruzione di asili, di scuole, di case popolari.
.
Appena
eletto, nomina per uno dei posti chiave - la cultura - Christophe Girard,
deputato verde, passato etero, presente gay e soprattutto consulente artistico
del gruppo Lvmh.
Questo suo rapporto lavorativo - tuttora in corso - con la Louis Vuitton
fa di Girard un uomo potente, odiato e temuto nei circoli parigini.
La
sua nomina desta scalpore: Pierre Bergé, figura storica
della haute couture e della cultura parigina, socio di Yves Saint Laurent,
dichiara pubblicamente che "Girard alla cultura è come
Ryka Zaraï al ministero della Sanità" (come
dire: nominiamo Vanna Marchi ministro dell'Industria e del Commercio).
Con una classe ineguagliata Girard risponde a Bergé: "Non
mi è mai piaciuta la misoginia degli omosessuali". Ma Pierre
Bergé è uno dei pochi a potersi permettere di lanciare
frecciate a Girard. La maggioranza lo fa nei salotti, in privato,
dilettandosi a enumerare le decisioni fantasiose dell'addetto alla cultura.
Ultimamente
ci ha provato anche l'economista Alain Minc, in un libro appena
uscito per Grasset intitolato Epitre à
nos nouveaux maîtres.
Un pamphlet contro le "nuove minoranze" che dettano legge. Nel
capitolo consacrato ai gay, Minc mette in causa la comunità
gay francese - e più particolarmente quella parigina - e il suo
comportamento "settario, da confraternita che secondo alcuni osservatori
rappresenta la nuova lobby più potente di Francia". E si chiede:
"Cosa penserebbero Hocquenghem e Foucault di Christophe
Girard quando rivendica sezioni gay nelle biblioteche ?".
Girard
risponde nelle colonne del settimanale Le Point dicendo
che pur esistendo uno stile di vita e una cultura gay, manca una "comunità"
gay. E conclude
che l'unica comunità che riflette i comportamenti settari descritti
da Minc è quella dei tecnocrati dell'Ena, la famosa università
vivaio dei politici francesi, di cui anche Minc è stato
allievo. Va anche detto che la persona scelta da Girard per dirigere
il progetto dell'archivio omosessuale è Christopher Miles,
guarda caso un altro diplomato dell'Ena.
.
Ma
ovviamente non è questa la pietra dello scandalo. In un documento
usato come base di lavoro per l'archivio c'è la lista delle personalità
che fanno parte dell'Archivio: 54
uomini e solo 5 donne, alla faccia della parità, mentre nel consiglio
di amministrazione siedono 9 uomini e 3 donne. Nella nota di sintesi si
parla di un archivio che avrà un'impronta nettamente gay "per
ragioni storiche". Non ci sono riferimenti alla cultura transessuale
e bisessuale, né sono previsti documenti che trattino della pornografia.
L'unico
documento che presenta una bibliografia si intitola La storia gay di Parigi
e comprende opere - ovviamente - tutte al maschile. Ancora
più grave, nessuna delle associazioni importanti che rappresentano
le lesbiche, i transessuali, i bisessuali e soprattutto l'associazione
storica Act Up sono stati consultati per l'elaborazione
del progetto.
Così,
quando la giunta di Parigi ha stanziato i soldi, è scoppiato il
putiferio. Petizioni, lettere, articoli per mobilitare l'opinione pubblica
e bloccare il progetto prima che sia tardi. Ma
per il momento nessuna risposta. I consiglieri giocano a scaricabarile
e si rimpallano il dossier come in un flipper. L'addetto municipale alle
questioni omosessuali, Philippe Lasnier, cerca di calmare gli animi
e promette appuntamenti regolarmente posticipati.
.
La
sociologa Marie-Hélène Bourcier, promotrice delle
varie petizioni, è appena tornata dagli Usa con le firme del Lesbian
Archive di New York e il sostegno di gruppi femministi americani.
Ed è
ancora più agguerrita da quando ha letto sulle colonne del quotidiano
Libération le dichiarazioni del sessuologo René-Paul
Leraton, altro membro del comitato del Cadhp: "Le
lesbiche storiche hanno l'abitudine di prendersela con gli unici uomini
che hanno sottomano: le checche".
Bourcier
insiste sull'importanza di questa lotta nei suoi vari aspetti:
"Da un punto di vista puramente accademico è giusto chiedersi
se è compito di un municipio sostituirsi alle strutture universitarie
nella costituzione di un archivio. Inoltre, dopo due anni di discussioni,
la missione precisa del Cadhp non è ancora stata
definita, e le sue lacune sono evidenti. Purtroppo però il vero
problema è di tutt'altra natura: il Cadhp è
l'esempio dell'egemonia gay nei confronti delle minoranze sessuali".
.
Una
triste constatazione condivisa dalla storica Marie-Jo Bonnet, militante
femminista e lesbica che parla di un ritorno a una situazione di "dominazione
maschile nel suo aspetto politico, economico e simbolico".
Le
militanti hanno indirizzato varie lettere al sindaco Delanoë,
rimaste tutte senza risposta. A
questo punto nessuno sa come andrà a finire, ma una morale c'è:
non bisogna dimenticare che un gay è un uomo, e che un gruppo di
gay al potere è un gruppo di uomini al potere, a prescindere dai
loro gusti sessuali.
.
|
2
1 2003 : thegully.com [Espagne] > par la rédaction
http://www.thegully.com/espanol/articulos/francia/030102_ARCILESB_petition_f.html
|
.
Petición :
Para
que cese la exclusión de las lesbianas
del "Archivo de la Homosexualidad"
2 ENERO 2003
Más
de mil personas y organizaciones, entre ellas Act Up-París,
el Festival de Cine Lésbico de París [Cinéffable],
la Coordinación Lesbiana de Francia [Coordination
Lesbienne en France (CLF)] y varios grupos transgénero,
han firmado la siguiente petición, que le será entregada
este mes al alcalde de París, Bertrand Delanoë.
La petición
exige la inclusión de las lesbianas y las personas transgénero
en el Archivo de la Homosexualidad subsidiado
por el municipio de París, así como una reconceptualización
a fondo del proyecto.
La petición
fue lanzada por Archilesb!, un grupo activista lésbico
fundado hace un año por Marie-Hélène Bourcier,
la historiadora lésbica Marie-Jo Bonnet, Beatriz Preciado
y otras, para combatir el proyecto.
.
Vigitrans,
un grupo transgénero que se creó con el mismo fin, ha circulado
una petición parecida.
Esta es la primera
vez que las lesbianas y las personas transgénero de Francia
trabajan juntos, dijo Preciado.
.
Pétition
pour que cesse l'exclusion des lesbiennes
dans le projet du futur centre de documentation et d'archives homosexuelles
de Paris !
.
Le
Conseil de Paris vient de voter une subvention d'un montant de
100.000 euros pour que le projet de Centre de documentation et d'archives
homosexuelles de Paris proposé par Jean Le Bitoux
et Christopher Miles entre en phase dite de préfiguration
en 2002-2003.
Celle-ci comporte
notamment la réalisation d'études, audits et cahier des
charges, la sollicitation de divers "experts" et personnalités
ainsi que la mise en uvre d'un comité de pilotage.
A
cette occasion, nous demandons que les manquements et les erreurs volontaires
commises dans la conception du projet ne perdurent pas et que les différents
interlocuteurs (concepteurs du projet et Mairie de Paris) qui en
ont été alertés à plusieurs reprises ne fassent
plus font la sourde oreille.
.
Le contenu scientifique
et politique du projet doit être revu
-
parce qu'il est excluant :
il est uniquement centré gai au détriment des lesbiennes,
des transsexuel(le)s et des transgenres.
-
parce qu'il est inexact :
il ne nous paraît ni admissible ni sérieux de voir la Mairie
de Paris et la LGBT continuer de défendre un projet où
il est dit que "dans un premier temps, le fonds d'archives concernera
majoritairement l'homosexualité masculine pour des raisons historiques"
C'est bien méconnaître l'histoire des mouvements sociaux
liés au politiques sexuelles qui trouvent leur enracinement dans
les cultures féministes et lesbiennes et ce, dès les années
70 en France.
-
parce que la question de l'archive doit l'objet d'une réflexion
moins superficielle
(spécificité des archives lesbiennes, archives vive, archives
des minorités
). Or la conception hyperclassique de l'archive
qui se dégage du projet fait l'impasse sur les récents et
fructueux débats sur la notion d'archive.
.
Ce projet doit devenir
représentatif (parité et parité culturelle) dans
ses instances
-
les lesbiennes et les associations représentatives doivent être
intégrées dans le comité de pilotage.
Il est inadmissible que la liste des 59 participants au projet ne comprennent
que 5 participantes
-
le fonctionnement de l'association en charge de la mise en place de la
phase de préfiguration doit être transparent et
intégrer les lesbiennes dans la réflexion et les des circuits
de décision.
.
Archilesb!
s'est constitué début 2002 en se donnant pour missions
:
-
d'animer une réflexion sur la notion d'archive et plus particulièrement
sur les archives lesbiennes (séminaires, rencontres
)
-
d'imaginer des actions et des dispositifs susceptibles d'évaluer
les besoins et possibilités en matière d'archives
mais aussi les manières d'en produire.
-
de défendre la culture lesbienne et ses protagonistes et de lutter
contre leur invisibilisation.
Pour cette raison Archilesb! soutient Cineffable
dans sa demande de subvention pour le festival auprès de la Mairie
de Paris.
.
|
novembre
2002 : pétition internationale d'Archilesb !
Archilesb! : http://www.archiq.fr.vu
Marie-Hélène Bourcier : mhbourcier[AT]free.fr |
.
Stop
the exclusion of lesbians,
transsexual and transgender people
from the future Archive of Homosexuality
in Paris !
*=======================================*
TAKE ACTION ! TAKE ACTION ! TAKE ACTION !
*=======================================*
.
Let
Your Voice Be Heard !
End the Exclusion of Lesbians, transsexuals and transgender people from
Public Projects in Paris !
* *
* * *
The City Council of
Paris has provided a one-year grant of euros 100,000 to launch
a project proposed by Jean Le Bitoux and Christopher Miles
to create an Archive of Homosexuality in Paris.
The funding will support
the preparatory stage of the project and involve research, the development
of guidelines, consultation with "experts" and the selection
of a steering committee.
On several occasions,
the lesbian group ARCHILESB! and VIGITRANS
have asked the various responsible parties (the designers of the project
as well as the Paris City Council) to correct the omission of lesbians,
transsexuals and transgender people from the project but our claims have
not been heard.
.
Today
and without delay :
.
1.
We ask that the scientific and political content of the project be entirely
reviewed :
- We ask this because
the project produces exclusion within the LGBT community: it is gay-male-centered
to the detriment of lesbians, transsexual and transgender people.
> Neither the Paris
City Council nor the French-Inter-Pride Organization
should support a project that claims that "during a first period,
the archival resources will concern mostly male homosexuality for historical
reasons."
This
assumption is not only politically unfair but also historically inaccurate.
- The designers of
the project seem to be unaware of the history of the social movements
and politics of France which are rooted in the lesbian and feminist culture.
- The project's definition
of "homosexual history", which prefigures its archival methods
and futures resources, is gay-male-centered.
> It underestimates
the contribution of lesbians to the LGBT social political history and
promotes a long-lasting discrimination.
- The expected aims
and functions of the archive of homosexuality must be opened to reflection
and discussion within the LGBT community: the specificity of the Lesbian,
transsexual and transgender Archives, the possibility of a "living
archive" as oppose to a passive and historical vision of the future
archive, the question of the relationship of a "minority archive"
to the State institutions and powers, its relationship to AIDS archives,
etc. are just some of the issues that need to be addressed.
.
2.
The Archive Project must be politically representative of
the differences within the LGBT community.
It
must therefore respect current European laws on gender and sexual equality.
- Lesbians, transsexuals
and transgender people and their representative organizations must be
actively integrated within the archive's steering committee.
It
is unacceptable that out of 59 project participants only 5 are women !
- The launching of
the preparatory phase of the project must be open and clear, and must
integrate lesbians, transsexuals and transgender people in both research
and management positions.
.
ARCHILESB!
works together with VIGITRANS to end the discrimination
of lesbians, transsexual and transgender people in the archive project.
.
Make
sure your voice is heard! Help end lesbian, transsexual and transgender
discrimination !
SIGN NOW !
SEND
THIS MESSAGE
to mhbourcier[AT]free.fr
with your name, country, and political or associative affiliation.
First
Signatures
Sara S'Jegers (Belgium), ), Andrea Ryan (Princeton University),
Namascar Shakthini (chair of the new Sexuality and Gender Certificate
program at the university of Florida) ...
.
|
|
|
|
|
|